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Rifarsi una vita … è proprio finita?

Coppie coniugali in difficoltà

Coppie coniugali in difficoltà: prevenzione dei conflitti e
recupero delle situazioni di crisi

VICARIATO DI ROMA – CENTRO PER LA PASTORALE FAMILIARE

Corso di Formazione Start 1 – Conversazioni del Sabato: Separazione, Divorzio, Figli
Seminario Romano Maggiore, Sabato 10 Gennaio 2015

Sappiamo quante volte queste domande si sono fatte tante, molte, molte coppie. È la vostra esperienza di persone immerse nella pastorale ed è anche la mia per il contatto e l’aiuto che il nostro Centro FPC da molti anni dà alle coppie. nella crisi coniugale ci si pone questa domanda: è proprio finita? Ma ancor prima … “È questa la vita che ho immaginato, forse sognato e costruito invano? E se mi rifacessi una vita?” …

Sono molte le coppie recuperate dal nostro Centro: abbiamo infatti un percorso nuovo che proponiamo alle giovani coppie. Da queste coppie è nato il Movimento dell’Amore Familiare, ma ancor dipiù sono le coppie che hanno ricevuto qualcosa di nuovo con cui affrontare le difficoltà, le tentazioni, lo scoraggiamento della sconfitta, le varie crisi.

Nel percorso che proponiamo nel Movimento dell’Amore Familiare noi diamo degli elementi nuovi per creare in loro “una vera prevenzione”: non si tratta solo di avvisare e di indicare dei valori, dei principi o dei modi ma di dare proprio qualcosa simile a dei “vaccini”, per intenderci, con cui costruire in loro e con loro delle esperienze di superamento prima che avvengano le prove.

Infatti, come non si improvvisano le crisi e gli elementi di conflittualità, così non si improvvisano gli elementi di prevenzione.

Così per superare i conflitti di domani, occorre consegnare prima una parte di quel tesoro nascosto e farne fare esperienza a loro: non possono fermarsi all’esperienza del “loro solo amore” o aspettare che l’amore li apra a delle soluzioni durante i conflitti …

Dobbiamo chiederci dunque che cosa è bene che “la coppia sappia e sperimenti per tempo con amore”. Per così dire, per fare provvista. Dalla molteplice nostra esperienza dei percorsi del Movimento dell’Amore Familiare proverò a delineare delle piste, degli elementi da tirar fuori dal confronto con la situazione culturale e sociale di oggi.

  1. Oggi un primo elemento del mondo che ci appare è la positività, così intesa, del confronto e della conflittualità affinché emerga “la verità dell’utile”, cioè dell’obiettivo che si vuole raggiungere. Pensiamo agli ambienti di lavoro, alla concorrenza, al prevalere l’uno sull’altro, al vincente … In campo personale e di gruppo e in campo lavorativo … Quest’anima, questo spirito esportato dall’ambiente di lavoro e dagli amici viene spesso trasferito nell’ambiente familiare. Come si farà a passare ad una relazione conciliante in ambito familiare? Considerate che nell’amore se c’è un perdente, l’amore tende a sparire perché vive anche del paritario. La soluzione sarà quella di immettere tra i due, perché trovino una strada in due, una strada costruttiva, un terzo a cui tendere: un progetto comune che va donato, amato e costruito. Qui si inserisce il dono con il Sacramento del Matrimonio del progetto – missione che Dio affida agli sposi. Il solo amore umano, oggi l’ha perso nel mondo secolarizzato: non basta infatti il “progetto del loro amore” … Come sentiamo dire. Si tratta invece di un progetto “con il loro amore” che devono riconoscere donandoselo reciprocamente. È di questo che devono fare esperienza fin da subito e non più avanti quando verranno i figli. Solo questo progetto capito, stimato e aggiornato ogni giorno con la Parola di Dio che ispira e sostiene, è capace di essere più grande del loro comune amore. Se volete la motivazione profonda di tutto questo che approfondiamo e consegniamo alle coppie è questo: poiché l’amore non è costruito dalle persone che se lo donano ma viene da Dio, ha bisogno per rimanere in essere e per crescere e non morire, sia dell’Amore di Dio, che è la Fonte, sia del progetto di Dio sull’amore che ne dà il senso.
  2. Un secondo elemento emergente oggi e che è un po’ anche l’anima delle conflittualità è “il funzionalismo”: “è bene ciò che funziona e subito”, proprio come nelle macchine. A questo siamo stati abituati fin da piccoli specialmente con i network.
    Ma nell’umano le cose vanno diversamente, mentre il contesto in cui si può sperimentare questa diversità funzionale è ancora il mondo del lavoro, degli amici e della propria famiglia.
    Quando tutte le risorse e i metodi riportati da questi tre ambienti della famiglia di origine, degli amici e del lavoro, non funzionano all’interno della propria coppia e della famiglia con i figli, nasce la crisi.
    Il problema è che le coppie di oggi non vivono del funzionalismo, quello che una volta era dettato da ruoli ben specifici e rigidi: è cambiato molto sia per il modo di vivere di oggi sia perché nella coppia il funzionalismo sa tanto di individualismo ed egoismo, ed innesca spesso un rapporto di accusa reciproca. Nel primo tempo quello della “luna di miele” questo si accetta e si vive bene come altruismo, disponibilità , affetto (pensa a tutto lui … pensa a tutto lei …), ma poi, il peso della vita lo fa leggere come ingiustizia e mancanza di amore reciproco.
    Quale sarà la soluzione in una mentalità creata anche nella reciprocità di equipe lavorativa o di intesa familiare? Basterà metterci solo un po’ di affetto? Spesso non si chiede solo all’amore una soluzione un po’ forzata? Spesso è quella di un amore che tira avanti con “sacrificio” per non sfasciare ciò che si è costruito: ma anche qui l’amore rischia di diminuire.
    La soluzione sarà non quella di trascinare il tempo della “luna di miele” il più a lungo possibile con mille accorgimenti e creatività, come spesso si suggerisce oggi alle coppie.
    La soluzione sarà invece quella di aprire fin da subito il proprio “io” a sapere leggere e gustare il dono che si traduce non nel cercare di “stare bene”, ma in quello di “fare del bene”. Ora, per gioire nel “fare il bene” occorre essere sani, cioè, non solo sinceri ma anche autentici, ben impostati, guarendo i propri difetti che fanno sbandare se stessi e la coppia.
    Occorre aprirsi alla cura del cuore e della psiche, dello spirito e della mente con l’apporto di psicoterapie adeguate e di medici.
    È in questa maturazione che va sperimentata da subito la gioia reciproca che vincerà le pesantezze della vita.
    Qui sarà molto utile il dialogo come verifica di questo buon dono perché l’amore sia anche bello e il bello è tipicamente un dono della gratuità dell’amore e dell’umano, superiore al solo funzionalismo modano.
  3. Un terzo punto oppressivo è il “poco tempo”, il “tempo stretto”, la fretta e del dare informazioni perché il lavoro produttivo è quello che occupa il maggior tempo e definisce l’importanza e il primato delle cose. Ora finché questo è giustificato per costruire il loro futuro, la casa, la sicurezza della famiglia, lo si accetta, ma prima o poi si sperimenterà che le cose, il lavoro e il tempo hanno senso e peso diverso per l’uno e per l’altro fino a toglierlo alla famiglia. Oggi poi la famiglia è praticamente bombardata e pressa di mira in questa mancanza di rispetto per la sua vita, i suoi bisogni e i suoi tempi. Chi potrà contestare l’importanza del lavoro e del guadagno? Basterà l’amore o rimarrà questo incompreso e calpestato, specie dai suoceri? Come superare questo conflitto del domani tra realizzazione personale e amore di coppia, tra lavoro e famiglia, tra sicurezza economica e sicurezza affettiva?
    Occorrerà subito insegnare a ciascuno dei due della coppia:

a. Primo, a non essere ingordi per non cadere nella trappola;

b. Secondo, a non essere equilibristi come spesso si suggerisce accontentando, a tempi alterni, le due esigenze perché l’amore si stancherà e si spezzerà;

c. Occorrerà invece rendersi conto che per vivere bene l’uno e l’altro delle esigenze, occorre “crescere dentro prima che fuori” e sperimentarlo prima che il matrimonio e la vita a due sia avviata.
È questa “crescita interiore” dentro che il mondo ha bisogno di ritrovare. Per questo ci vogliono i tempi della crescita interiore con Dio, i tempi della famiglia e i tempi della produzione. Senza questo tempo per Dio, l’uomo e la donna non crescono dentro: il lavoro diventa schiavitù e gli affetti si spengono.
Occorre che le coppie sperimentino subito la forza e il dono interiore dello Spirito così che questa esperienza sia come una bussola indispensabile ad entrambi. È in questa bussola condivisa dello Spirito che il mondo ha perso, invece, la forza e l’equilibrio delle due esigenze. Il motivo di questa soluzione è ancora dato non dall’equilibrismo e dalla suddivisione del tempo, un po’ al lavoro e un po’ alla famiglia, ma dalla qualità: infatti, solo la dimensione spirituale può far vivere la profondità del tempo che rende possibile il vero equilibrio.

È questa l’esperienza che noi proponiamo nel nostro Centro con una metodologia adeguata alle nostre coppie. La fuga di farsi un’altra vita è ancora un trucco del mondo di oggi perché alla fine non si guarisce mai, è sempre colpa dell’altro o dell’altra, e i propri difetti e le proprie incapacità anziché guarite, sono diffuse sempre di più.

Don Stefano Tardani