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Per tutte le coppie una proposta di vita cristiana

«Noi intendiamo aiutare i laici a trovare la propria vocazione nel momento in cui concepiscono l’esistenza come dono da impegnare e li seguiamo quando sentono il desiderio di valorizzare appieno la vita di coppia, crescendo con Dio e in comunione con i cristiani. In modo particolare, ci rivolgiamo ai coniugi affinché, seguendo il percorso di approfondimento spirituale che noi proponiamo, diventino testimoni della fede ed operatori pastorali nella realtà in cui si trovano». Così, don Stefano Tardani, rettore della chiesa di san Tommaso ai Cenci ed assistente spirituale del Movimento dell’Amore Familiare ha spiegato le finalità dell’aggregazione. L’iniziativa da lui ideata oltre quindici anni fa ha sede presso la chiesa romana di san Tommaso ai Cenci.

Tre i servizi offerti da questa entità, il primo dei quali è il corso di preparazione al matrimonio rivolto ai giovani fidanzati. Il tutto si snoda lungo un itinerario di sette incontri, che si tengono nelle giornate del sabato e della domenica, secondo un calendario strutturato in modo tale da permettere ai singoli di scegliere se prendere parte alle riunioni settimanalmente o se parteciparvi con cadenza mensile.

«Sono circa quattrocento le coppie che, durante l’anno, aderiscono all’iniziativa – ha precisato don Stefano Tardani -. Nei sette appuntamenti del percorso, che si conclude con un ritiro, vengono analizzati i vari aspetti della vita personale e coniugale. È un servizio che svolgiamo per la Diocesi e ci rivolgiamo sia alle coppie vicine alla Chiesa che a quelle lontane o in crisi: per tutte c’è una proposta di vita cristiana. Il metodo utilizzato prevede l’integrazione fra scienza e fede – ha aggiunto il sacerdote -. La medicina, la psicologia, l’etica, la morale, la dogmatica sono discipline connesse fra di loro ed alla Parola di Dio. Si tratta di offrire una visione d’insieme che sia alla portata di tutti e non di stampo accademico».
Gli incontri prevedono anche la partecipazione di coppie di fidanzati che parlano dell’importanza delle argomentazioni proposte o testimoniano la propria conversione.

L’iniziativa ideata da don Tardani è nata nel ’90 con il nome di Centro Famiglia Piccola Chiesa e trova il suo punto di riferimento nella chiesa collocata in piazza delle Cinque Scole. Un’altra attività a cui si dedica questa entità, che il 15 ottobre del 2003 ha ricevuto il riconoscimento della Diocesi con lo status di Associazione Famiglia Piccola Chiesa – Movimento dell’Amore Familiare, è lo sviluppo di un percorso denominato Cammino di vita, di amore e di missione», rivolto ai coniugi che intendono crescere nella fede. Sono varie le tappe di questo percorso che avanza con metodologia differenziata: la Comunità dell’io, che è incentrata sulla ricomposizione della propria identità; la Comunità del tu, che sviluppa il discorso della relazione can l’altro e con la realtà di appartenenza; la Comunità del noi, dove si affronta il tema dell’amore coniugale nel rapporto con Cristo e con la Chiesa.

Il passo successivo, rivolto alle famiglie fortemente motivate, è l’investitura di un mandato missionario da svolgere in parrocchia.

«Operiamo in cinque chiese della Diocesi di Roma, ossia in quelle realtà in cui è presente un ampio numero di giovani coppie – ha precisato don Stefano -. Ci troviamo laddove è possibile fare una proposta allargata, perché ci vogliono molte persone per mettere su una piccola comunità. I nostri catechisti missionari sottopongono all’attenzione degli interessati lo stesso iter che hanno seguito loro. È un lavoro in cui vengono toccati con percorsi differenziati ed integrati tutti gli aspetti della vita personale, coniugale, ecclesiale e sociale: si tratta di un itinerario di fede, di preghiera, di apertura agli altri, di servizio e di disponibilità».

All’interno del Movimento, accanto ai catechisti missionari vi sono gli «apostoli dell’amore sponsale», persone che sentono in modo particolare il bisogno di offrire un servizio alla famiglia. La loro specifica vocazione, scoperta durante il «Cammino di vita, di amore e di missione», è frutto di un forte coinvolgimento interiore.

La terza attività gestita dall’Associazione Famiglia Piccola Chiesa è l’animazione di alcune veglie di preghiera che si tengono in Vaticano. La prima è quella che si svolge nel corso della notte di Capodanno, al cospetto del Presepe allestito in piazza San Pietro.

«Le famiglie che vengono, a volte anche solo per qualche minuto, fanno una preghiera ed accendono un lumino -ha raccontato don Tardani -. È un momento molto bello, a cui partecipano migliaia di persone. Inoltre, siamo presenti per la veglia prevista per il mese di giugno, che è dedicata al Santo Padre ed al suo Ministero: lo scorso anno hanno aderito ben 4.000 persone».

In agosto, poi, in occasione della Solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, viene organizzato un ritiro di tre giorni rivolto a tutte le famiglie del Movimento che desiderano approfondire il proprio itinerario di fede con una nuova esperienza. In tale occasione è prevista anche una notte di Adorazione al cospetto del Santissimo Sacramento che termina con una preghiera comunitaria e con la Celebrazione Eucaristica.

Don Stefano Tardani sta già volgendo lo sguardo al futuro, cercando una struttura che gli consenta di dare vita ad una vera e propria comunità di servizio ai nuclei domestici.

«Credo che oggi ci sia un grande bisogno di un centro di spiritualità per le famiglie – ha precisato -. Ma sono convinto che anche a livello logistico sia necessario individuare luoghi adatti allo scopo: dobbiamo trovare strutture caratterizzate da accorgimenti strutturali ed architettonici che consentano di accogliere i genitori con bambini piccoli».

L’iniziativa, ancora in fase progettuale, nasce con la vocazione di divenire un punto di riferimento per i laici, ed in modo particolare per gli sposi bisognosi di un aiuto.

«La nostra ambizione è quella di aprire all’interno dell’istituto una scuola di approfondimento e di specializzazione che venga gestita da professionisti con l’intento di sviluppare una cultura della famiglia. – ha concluso don Tardani – Per la crescita equilibrata della società in cui viviamo c’è bisogno della presenza di famiglie sane e sante».

SlMONA RUBEIS, L’Osservatore Romano, 26 settembre 2006