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Veglia di preghiera per l'unità e la pace nelle famiglie e tra le Nazioni 2010 - Associazione Famiglia Piccola Chiesa
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Veglia di preghiera per l’unità e la pace nelle famiglie e tra le Nazioni 2010

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31 dicembre 2010 – Piazza S.Pietro

La Veglia per la pace e le famiglie, che quest’anno ha avuto per tema “Veglia di preghiera per la pace nelle famiglie e tra le Nazioni”, si è tenuta in Piazza S. Pietro per tutta la notte a partire dalle ore 23.30 di Venerdì 31 Dicembre fino alle 7.00 del mattino di Sabato 1 Gennaio 2011.
Alle ore 23.30, S. E. Mons. Oscar Rizzato, dopo un canto d’inizio, ha aperto la Veglia di preghiera introducendo al Nuovo Anno (leggi il discorso di introduzione).
Tutti i presenti insieme alle famiglie del Movimento dell’Amore Familiare hanno acceso i flambeaux e con gioia e speranza si è dato inizio con canti e preghiere al Nuovo Anno.

Alla mezzanotte è stato inviato un messaggio di auguri di “Buon Anno di luce, di pace e di serenità” tradotto in varie lingue di fedeli presenti alla Veglia.
Ai presenti, come anche a chi è venuto solo per qualche minuto durante la notte, è stato consegnato un lumino da porre davanti al Presepe come segno di luce e di speranza, per presentare al Signore e alla Santa Famiglia le attese e le gioie di ogni famiglia.
Durante tutta la notte, a ogni ora, le famiglie del Movimento dell’Amore Familiare, hanno animato la recita del Santo Rosario, fino alle 7.00 del mattino, orario di chiusura della Veglia (scarica il testo del Santo Rosario).

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Quest’anno, per il primo anno, la Veglia si è tenuta anche nella Diocesi dell’Aquila (vedi volantino qui a lato).

Significato

La pace si costruisce prima di tutto nel cuore di ciascuno, ci si educa poi nelle famiglie con uno stile di rispettosa collaborazione e di attenta valorizzazione di tutti, per poi sfociare nell’accoglienza e nel rispetto dei valori di ciascuno per un mondo di fraternità e di pace tra i popoli e le Nazioni.

Saluto del Papa ai partecipanti alla Veglia, dall’Angelus del 1 gennaio 2011

Cari fratelli e sorelle!
In questo primo Angelus del 2011, rivolgo a tutti il mio augurio di pace e di bene affidandolo all’intercessione di Maria Santissima, che oggi celebriamo quale Madre di Dio. All’inizio di un nuovo anno, il Popolo cristiano si raduna spiritualmente dinanzi alla grotta di Betlemme, dove la Vergine Maria ha dato alla luce Gesù. Chiediamo alla Madre la benedizione, e lei ci benedice mostrandoci il Figlio: infatti, Lui in persona è la Benedizione. Donandoci Gesù, Dio ci ha donato tutto: il suo amore, la sua vita, la luce della verità, il perdono dei peccati; ci ha donato la pace.
Sì, Gesù Cristo è la nostra pace (cfr Ef 2,14). Egli ha portato nel mondo il seme dell’amore e della pace, più forte del seme dell’odio e della violenza; più forte perché il Nome di Gesù è superiore ad ogni altro nome, contiene tutta la signoria di Dio, come aveva annunciato il profeta Michea: “E tu, Betlemme, … da te uscirà per me colui che dev’essere il dominatore … Egli si leverà e pascerà con la forza del Signore, con la maestà del nome del Signore, suo Dio … Egli stesso sarà la pace!” (5,1-4).
Per questo, dinanzi all’icona della Vergine Madre, la Chiesa in questo giorno invoca da Dio, per mezzo di Gesù Cristo, il dono della pace: è la Giornata Mondiale della Pace, occasione propizia per riflettere insieme sulle grandi sfide che la nostra epoca pone all’umanità. Una di queste, drammaticamente urgente ai nostri giorni, è quella della libertà religiosa; perciò, quest’anno ho voluto dedicare il mio Messaggio a questo tema: “Libertà religiosa, via per la pace”. Assistiamo oggi a due tendenze opposte, due estremi entrambi negativi: da una parte il laicismo, che, in modo spesso subdolo, emargina la religione per confinarla nella sfera privata; dall’altra il fondamentalismo, che invece vorrebbe imporla a tutti con la forza. In realtà, “Dio chiama a sé l’umanità con un disegno di amore che, mentre coinvolge tutta la persona nella sua dimensione naturale e spirituale, richiede di corrispondervi in termini di libertà e di responsabilità, con tutto il cuore e con tutto il proprio essere, individuale e comunitario” (Messaggio, 8). Là dove si riconosce effettivamente la libertà religiosa, la dignità della persona umana è rispettata nella sua radice e, attraverso una sincera ricerca del vero e del bene, si consolida la coscienza morale e si rafforzano le stesse istituzioni e la convivenza civile (cfr ibid. 5). Per questo la libertà religiosa è via privilegiata per costruire la pace.
Cari amici, rivolgiamo di nuovo lo sguardo a Gesù, tra le braccia di Maria, sua Madre. Guardando Lui, che è il “Principe della pace” (Is 9,5), noi comprendiamo che la pace non si raggiunge con le armi, né con il potere economico, politico, culturale e mediatico. La pace è opera di coscienze che si aprono alla verità e all’amore. Ci aiuti Dio a progredire su questa strada nel nuovo anno che ci dona di vivere.

[Il Papa ha poi salutato i pellegrini in diverse lingue. In Italiano ha detto:]

Cari fratelli e sorelle, nel Messaggio per l’odierna Giornata della Pace ho avuto modo di sottolineare come le grandi religioni possano costituire un importante fattore di unità e di pace per la famiglia umana, ed ho ricordato, a tale proposito, che in questo anno 2011 ricorrerà il 25° anniversario della Giornata Mondiale di Preghiera per la Pace che il Venerabile Giovanni Paolo II convocò ad Assisi nel 1986. Per questo, nel prossimo mese di ottobre, mi recherò pellegrino nella città di san Francesco, invitando ad unirsi a questo cammino i fratelli cristiani delle diverse confessioni, gli esponenti delle tradizioni religiose del mondo e, idealmente, tutti gli uomini di buona volontà, allo scopo di fare memoria di quel gesto storico voluto dal mio Predecessore e di rinnovare solennemente l’impegno dei credenti di ogni religione a vivere la propria fede religiosa come servizio per la causa della pace. Chi è in cammino verso Dio non può non trasmettere pace, chi costruisce pace non può non avvicinarsi a Dio. Vi invito ad accompagnare sin d’ora con la vostra preghiera questa iniziativa.
In questo contesto desidero salutare e incoraggiare quanti, da ieri sera e durante la giornata di oggi, in tutta la Chiesa pregano per la pace e per la libertà religiosa. In Italia, la tradizionale marcia promossa da CEI, Pax Christi e Caritas ha avuto luogo ad Ancona, città che ospiterà nel settembre prossimo il Congresso Eucaristico Nazionale. Qui a Roma, e in altre città del mondo, la Comunità di Sant’Egidio ha riproposto l’iniziativa “Pace in tutte le terre”: saluto di cuore quanti vi hanno preso parte. Saluto anche gli aderenti al Movimento dell’Amore Familiare, che stanotte hanno vegliato in Piazza San Pietro e nella diocesi de L’Aquila pregando per la pace nelle famiglie e tra le nazioni.
Saluto tutti i pellegrini di lingua italiana, in particolare i giovani dell’Opera Don Orione. Buon anno a tutti!


Da Radio Vaticana del 1 gennaio 2011

Nella notte del nuovo anno, l’ottava veglia di preghiera del Movimento dell’Amore Familiare in Piazza San Pietro e in Abruzzo

Dalla finestra del suo studio, Benedetto XVI non ha mancato di salutare, al termine dell’Angelus di oggi, i membri del Movimento dell’Amore Familiare, fondati da don Stefano Tardani, che la scorsa notte, in Piazza San Pietro, hanno animato l’ormai tradizionale Veglia di preghiera. Tema particolare di quest’anno “L’unità e la pace nelle famiglie e tra le Nazioni”. Una riflessione proposta da mons. Oscar Rizzato ha aperto l’incontro, quindi – ad ogni ora – si è ripetuta la recita del Rosario, assieme a canti e preghiere. Suggestiva la deposizione di lumi davanti al Presepe monumentale della Piazza, come segno di offerta a Cristo delle attese e delle speranze di ogni famiglia. L’iniziativa, alla sua ottava edizione, si è svolta per la prima volta, in contemporanea, anche nella chiesa degli Angeli Custodi di Paganica, in Abruzzo. Sul suo significato, Federico Piana ha sentito un catechista missionario del Movimento dell’Amore Familiare:

R. – In una nottata così particolare, quando nel mondo c’è tanta confusione, c’è una ricerca del divertimento a tutti i costi, proprio in questo momento abbiamo sentito la necessità di fare silenzio, di raccoglierci in preghiera davanti al Santo Presepe. E quale posto migliore di Piazza San Pietro, che è il centro della cristianità e dove la cristianità si riunisce? Questa preghiera è proprio per ringraziare il Signore di tutti i doni ricevuti durante l’anno e per augurarci un anno migliore. E’ bene che ripartiamo da una pace più profonda, che si possa ricostruire nel cuore di ognuno di noi e che poi proprio dalle persone possa crescere all’interno delle famiglie.

D. – Per quale motivo per la pace è necessaria la preghiera? Che forza ha la preghiera?

R. – Non possiamo limitarci a pensare che la pace sia un’assenza di guerra e quindi che sia semplicemente un impegno umano della persona a non creare un attrito con gli altri. La pace è qualcosa di molto più profondo: la pace è un dono, un dono che ci fa il Signore e come tutti i doni non possiamo fare altro che domandarlo. E con la preghiera ci rivolgiamo al Signore, affinché doni a ciascuno la possibilità di raggiungere quella pace interiore che possa poi condividere con gli altri, farla trasparire e maturare all’interno della propria famiglia, del proprio nucleo lavorativo, nella propria nazione, tra i popoli.

D. – Hai toccato un tema fondamentale: la famiglia. Penso che la pace si debba ottenere prima in famiglia e poi nella società …

R. – Senz’altro è così. La famiglia è un nucleo molto importante. Vediamo come sia stato Dio stesso a scegliere per Gesù l’ambito familiare, la famiglia umana, il calore di una mamma e di un papà, per poter mandare suo Figlio e donarci tutto il suo amore, tutta la sua pace. E’ Dio stesso che parte dalla coppia, che vuole inserire Gesù e donarcelo proprio in questo contesto.

D. – Chi organizza questa veglia è il Movimento dell’amore familiare. Due parole, in chiusura, per raccontarci che cos’è questo movimento fondato da don Stefano Tardani:

R. – Siamo un gruppo di famiglie, ma anche singoli e fidanzati. Abbiamo un percorso che ci porta a donare la nostra vita nella missione e quindi ad aprirci agli altri. La nostra risposta è proprio questa: all’amore che Dio ha per noi, sentiamo di voler offrire la nostra vita, il nostro tempo, le nostre forze per adoperarci per la costruzione del suo Regno qui, sulla Terra. (gf)

Nel video una sintesi della Veglia

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